Come può essere che lo stupore curioso dei bambini sia fonte di tristezza? Per quest’anno non spendiamo troppo tempo a ribadire, come negli anni passati, il legame fortissimo tra la nascita di Gesù nella mangiatoia e il bisogno di ogni essere umano, specialmente quello povero e indifeso, di essere amato e accolto.
Questo Natale approfittiamo per ringraziare tutte le persone che con inventiva, capacità e generosità hanno creato il nostro bel presepio durante la novena ispirandosi a Maria che, ricevuto l’annuncio dell’angelo si è alzata, per andare in fretta dalla cugina Elisabetta per aiutarla. La capanna di Betlemme nasce dai rami spezzati delle montagne dell’agordino, ce li hanno portati i loro abitanti, insieme al parroco martedì: questo ci rende più vicini a nostri amici gravemente provati dal mal tempo alla fine di Ottobre. Grazie di cuore a tutti, ogni anno il nostro presepio è fonte di devozione a ammirazione per tante persone.
Dicevamo, invece: l’amaro in bocca. Questo sale quando la gioia dei bambini davanti al presepio si esprime soltanto dalla seconda settimana di Gennaio, quando riprende il catechismo, quando il presepio è ormai ora di smontarlo.
Ci sono molti bambini e ragazzi che non l’hanno mai visto. Dalla quarta domenica di Avvento (forse anche da prima), non hanno messo piede in chiesa: questo affligge.
Affligge e porta ad interrogarsi sul senso profondo della nostra attività di catechesi di vita parrocchiale: vale la pena fare i salti mortali, coinvolgere il lavoro generoso di decine di persone per mettere in piedi il catechismo quando poi Gesù e la sua nascita rimangono estranei alle nostre vite? Alcuni vanno via, sì, ma vogliamo sperare che anche le famiglie che trascorrono il loro tempo di riposo in giro per il mondo si ricordino di mettere al centro il festeggiato: Gesù.
Speriamo che queste righe possano un po’ scuotere il senso di estraneità, le abitudini e le resistenze che ci prendono, per aiutarci a vivere un Santo Natale di Gesù, delle feste cristiane durante le Vacanze, l’inizio dell’anno nuovo nel nome del Signore. Lo stupore e la gioia dei nostri bambini e dei i nostri ragazzi spesso sono l’aiuto che il Signore ci dona per poter vivere, noi per primi, l’incontro con Lui.
Don Valentino