Una grande esperienza di Sinodalità

Il 10 ottobre papa Francesco ha aperto il sinodo dei Vescovi.

Che cos’è un sinodo? La parola deriva dal greco sun (con) e odos (via, strada). Nel linguaggio delle comunità cristiane ha sempre indicato l’essere convocati assieme in assemblea. Sin dai primi secoli del cristianesimo vengono chiamate “sinodi” le varie assemblee ecclesiali convocate a più livelli (diocesano, regionale, universale … ) con lo scopo di affrontare, comprendere e risolvere (in una parola “discernere”) questioni dottrinali, pastorali, liturgiche… mettendosi assieme in ascolto dello Spirito di Dio.

La dimensione della sinodalità è costitutiva della Chiesa e negli anni si è sempre espressa in modalità diverse.

In maniera particolare dopo il Concilio Vaticano II Paolo VI, con lo scopo di mantenere vivo lo spirito di collegialità del concilio stesso, istituisce il sinodo dei vescovi che, periodicamente, raduna una rappresentanza di Vescovi scelti da tutte le parti del mondo che sono chiamati a dare un aiuto e un contributo al compito del papa su varie questioni.

Il sinodo dei vescovi che si è aperto ad ottobre ha delle particolarità inedite. Innanzi tutto il tema è la stessa sinodalità nella chiesa. Lo svolgimento si divide in tre tappe con la chiusura in Vaticano nel 2023. Questo è il primo sinodo con una struttura decentrata: la prima fase è diocesana, la seconda continentale e la terza universale. Per questo motivo domenica 17 ottobre le diocesi di tutto il mondo hanno aperto la fase diocesana del sinodo.

Anche la nostra parrocchia e la nostra collaborazione è chiamata a dare il suo contributo a partire dalla questione centrale che può essere così riassunta:

“Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?”

Ciascuno di noi è invitato a ripensare alla propria esperienza ecclesiale riconoscendo le gioie, le fatiche, i fallimenti e le prospettive nuove che tale esperienza ha significato. Il confronto in comunità delle esperienze personali lette alla luce della fede ci aiuterà a non essere autoreferenziali ma, mettendo da parte molte convinzioni, sicurezze e idee personali, a cominciare a comprendere quali passi lo Spirito ci chiede di fare per rinnovare il nostro essere comunità aperta all’annuncio e alla testimonianza della bellezza del Vangelo.

Un percorso forse non semplicissimo ma sicuramente affascinante.

Don Marco

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