44° giornata nazionale per la vita
Il messaggio, che i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana hanno scritto per la 44^ giornata nazionale per la vita, parte da un versetto del secondo capitolo del libro della Genesi, dove Dio affida all’uomo il “bel” dono della creazione da custodire con rispetto, giustizia e amore. Questa missione assume una luce particolare nel tempo in cui stiamo vivendo segnato dalla pandemia in corso e dalle sue ricadute economiche e sociali: “emerge – affermano i vescovi – con rinnovata consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita […] e che nessuno può bastare a sé stesso”.
In questa “giornata per la vita” il nostro pensiero va a chi, in modo particolare, ha sofferto di più e che porterà più a lungo il peso delle conseguenze che tale fenomeno sta comportando: le giovani generazioni (con i contraccolpi psicologici e l’aumento di alcuni disturbi della crescita), le giovani famiglie (il picco di denatalità è segno evidente della crescente incertezza sul futuro), gli anziani e gli infermi. “Anche le fragilità sociali – continuano i vescovi – sono state acuite, con l’aumento delle famiglie in situazione di povertà assoluta, della disoccupazione, del precariato e della conflittualità domestica”.
Il lavoro sinodale che viene chiesto a tutta la Chiesa dentro a questa situazione può venirci in aiuto. Ci è chiesto di metterci in ascolto della realtà, delle persone che incontriamo, per capire dove lo Spirito ci invia, quali passi dobbiamo intraprendere per una rinnovata fedeltà a Cristo. Quanto è importante dentro questo esercizio, non facile, di ascolto l’atteggiamento del “custodire”.
“Abbiamo visto tante persone mettersi a servizio con generosità, a volte pagando con caro prezzo la loro dedizione; abbiamo visto, però, anche tanta indifferenza, egoismo e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti” – sottolineano i vescovi. Come cristiani questo ci deve in qualche modo interrogare, soprattutto “quando si afferma una visione di persona umana e dei rapporti sociali lontana dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione”.
Prendiamoci cura della vita e del creato (di cui siamo custodi e non padroni!) in tutta la loro bellezza e fragilità. Riscopriamo il volto di Dio nel Bello, nel Buono, nel Vero. Amiamo la vita così come ci viene donata, uscendo dalle logiche dell’apparenza e del “consumo” con le quali, a volte, etichettiamo la nostra e altrui vita.
Don Massimiliano