Digiunare?

PERCHE’ PARLARE ANCORA DI DIGIUNO

Alla rapida degenerazione dell’escalation in Ucraina, papa Francesco ha invitato tutti i credenti ad unirsi nella preghiera e nel digiuno il giorno delle Ceneri, inizio della quaresima: “Alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno”.

L’impegno per costruire e custodire la pace parte proprio da ciascuno di noi; la pace è innanzitutto un dono da accogliere e da non sciupare; la pace è un cammino da percorrere con coraggio e giustizia, abbandonando la zavorra dei pregiudizi, delle logiche di scarto, dell’individualismo e dell’indifferenza; la pace è sudore e lacrime di chi non si stanca di amare l’altro così com’è.

Il tempo di Quaresima è un tempo favorevole: un vento a favore che soffia sulle vele della vita delle nostre famiglie e della nostra comunità. Salpiamo dalle “sicurezze” dei nostri porti, navighiamo verso dove lo Spirito ci vuole condurre.

La prima cosa che la Chiesa ci propone per “salpare in sicurezza” è il digiuno. In campo medico si dice che il digiuno “disintossica” l’organismo. Privarci di qualcosa di necessario come il cibo ci aiuta a capirne l’importanza, a non dare per scontato ciò che abbiamo. Ricordo quando sono stato nella comunità di Ol Moran in Kenya… don Giacomo affermava che per molti il digiuno appartiene alla quotidianità, puntando il dito sullo spreco a dir poco immorale del nostro “mondo sviluppato”.

L’uomo non vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8,3). Il digiuno rimanda a noi cristiani questa importante verità. Sarebbe un po’ triste ridurre l’uomo a “tubo digerente” come sosteneva l’illuminista Diderot (ripreso poi da Feuerbach). Custodiamo la “scintilla” della vita di Dio in noi, non spegniamola col nostro egoismo, ma lasciamo che accenda in noi il fuoco dell’amore.

Don Massimiliano

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