Molti sono i pensieri e le domande che ci facciamo frequentando le chiese e i cimiteri in questi giorni.
Vengono a galla interrogativi, impliciti o espliciti, che stanno in fondo al nostro cuore. Vogliamo essere felici, ma come esserlo in questo mondo così complesso che ci inquieta? Tante le incertezze, i conflitti, le paure … non basta “passarci sopra”, o esorcizzarli. Ci sollecitano alla riflessione, al discernimento e a scelte ponderate, con criteri di giustizia e verità.
Siamo tutti come quella ragazzina di 12 anni, che, dopo aver visitato la nonna, domanda alla mamma: “Ma perché viviamo? Ogni giorno a scuola … anche se dopo devo morire?” Benedette le grandi domande dei piccoli, che interpellano anche i grandi. Di fronte a ciò, chi mi può dare “parole di vita eterna”? Gesù, con la sua vita, morte e risurrezione ci dà un messaggio che ci apre orizzonti infiniti. E la Chiesa con la liturgia di questi giorni, ci mostra la testimonianza dei Santi e ci ricorda i cammini diversi fatti dai nostri Defunti, e ci incoraggia a cercare e a stare sulla buona strada, che ci porta alla vera felicità.
E la vera felicità sta nella santità. Istintivamente ci vien da dire: no, siamo peccatori. E’ vero, e lo cantiamo con convinzione a Maria Ausiliatrice: “Siam peccatori, ma figli tuoi …” Sta qui il grande segreto: siamo, per il peccato d’origine, di natura peccaminosa, ma per la salvezza portataci da Gesù; rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo nel Battesimo.
E ognuno matura per la sua strada, con i difetti e i pregi che ha, nelle condizioni di vita che trova, nelle prove e nei dolori, nel peccato e nella conversione, con i doni di Grazia che la Chiesa gli offre, nella nostra esistenza quotidiana.
S. Paolo ci incoraggia: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione”. Occorre desiderarLA fortemente.
