Per una Europa democratica e solidale! Siamo ormai prossimi alle elezioni europee ed è importante per tutti, anche per noi, una riflessione seria, consapevole e concreta sull’Europa che c’è, ma soprattutto sull’Europa com’è e vorremmo che diventasse. Non è una questione di partiti, che non compete a noi, ma di valori, di cultura e di “bene comune”, che ci interessa tutti, come cittadini e come cristiani.
“I cristiani in Europa non possono ritirarsi di fronte al compito della loro responsabilità storica nei confronti del futuro dell’Europa” (Mons. Leaupin, Nunzio apostolico presso l’UE).
I grandi “padri fondatori” dell’Europa
I grandi “padri fondatori” dell’Europa ponendo le basi dell’Unione negli anni 45 – 55, avevano certamente negli occhi lo splendore della cultura e dell’arte dei secoli precedenti, ma anche e soprattutto le miserie, le epidemie, e le guerre precedenti, fino alla “Grande guerra” (15 – 18) e alla “Guerra mondiale” (39 – 45). C’era bisogno di unità, giustizia e pace. Così hanno chiamato tutte le cittadine e i cittadini che hanno sofferto per le grandi guerre e dittature del XX secolo a costituire l’Unione Europea, affinché i valori che mettono la persona umana al centro della vita fossero il fondamento del nuovo ordine democratico del nostro continente.
Siamo quasi arrivati al completamento (mancano i Balcani), ma non è questo quello che più conta. Si sono compiute grandi realizzazioni sul piano istituzionale e giuridico, politico e sociale, economico e finanziario, che hanno certamente migliorato le condizioni dei nostri popoli; è bene: lo ha riconosciuto anche il Premio Nobel ottenuto nel 2012; ma non è ancora sufficiente.
Dobbiamo riconoscere che siamo nel pieno di un lungo processo di costruzione dell’Europa, come “casa comune” in cui non si vive da abitanti che se ne servono, ma da cittadini forti della loro identità culturale, responsabili delle loro comunità, e consapevoli che la solidarietà con il resto dell’Europa è essenziale. Papa Francesco ha sempre nel cuore l’avvenire dell’Europa; nei suoi discorsi la pensa come capace di far nascere un nuovo umanesimo, fondato sulla capacità di integrare, di dialogare e di generare.
Del resto è proprio così che è nata l’Europa. E concorriamo tutti a rinnovarla.