Domenica scorsa, anche se in una giornata di pioggia; purtroppo, ci vien da dire. Ma forse no, perché ci ha fatto capire che la festa vera è quella che tocca i cuori e li muove all’incontro con Dio, nel suo “mistero”.
- Così è stata la nostra festa nel ricordo dell’8 settembre 1929, “natività di Maria” quando la statua dell’Ausiliatrice è arrivata alla Gazzera come nostra Patrona.
- Dopo 90 anni, la devozione alla Madonna si è rivelata in tutta la sua bellezza e attrattiva: l’abbiamo vissuta nella liturgia:
- la piccola processione dalla piazza (il nostro territorio, in questo tempo) all’interno della chiesa (la nostra comunità, con Maria)
- la presentazione dell’avvenimento (v. inserto), con il racconto del prof. Roberto Stevanato, che ci ha ricordato l’ambiente umano, civile e religioso, della nostra popolazione attraverso il tempo fino all’attualità, segnata dalla dedicazine della Gazzera a Maria Ausiliatrice. Un racconto appassionato e appassionante, che ha affascinato tutti, in particolare chi è arrivato alla Gazzera da minor tempo.
È seguita la S. Messa solenne, concelebrata dal Patriarca Francesco Moraglia, il quale, all’omelia ci ha invitato a guardare a Maria come il segno più bello con cui Dio ha operato la nostra salvezza: il piccolo, il po-vero, l’umile. Nasce così Maria, l’umile serva del Signore, che l’ha eletta a diventare la madre di Gesù, il Salvatore, “mite e umile di cuore”
Nell’Eucaristia abbiamo celebrato il grande “Mistero della fede” per cui Dio, l’Infinito e l’Eterno, si è fatto uomo: il piccolo nato da Maria, che è cresciuto donando la sua vita fino alla Croce ed è Risorto e resta in mezzo a noi, nella sua Parola e nel Corpo e Sangue donati. Guardiamo a Maria e al piccolo Gesù che ci offre con le sue mani: è Lui la ragione della nostra festa, con Maria, “la Madre che aiuta ad andare a Lui”.