Le parole della Esortazione apostolica che il Papa ha inviato da Loreto ai giovani, ma per tutti, possiamo già leggerle dal 2 aprile, facendo memoria della morte di S. Giovanni Paolo II. E’ intitolata “Cristus vivit”. Il suo messaggio ce lo ha fatto intendere lo stesso Papa Francesco con i suoi segni e gesti a Loreto, il 25 marzo scorso, in cui abbiamo celebrato l’annuncio fatto da Dio a Maria, invitandola a diventare la madre di Gesù. E la B. V. Maria ha colto la sua vocazione.
L’annuncio a Nazareth è avvenuto fra le pareti domestiche, nella ordinarietà della vita, nella semplicità e nel silenzio. Il Papa ha voluto firmare la sua “lettera ai giovani” nella “Casa di Maria” a Loreto, nella massima sobrietà e semplicità. Ha celebrato la Messa, senza solennità e senza omelia, nella piccola Casa-cappella all’interno della Basilica, gremita di una grande folla di pellegrini, con tanti giovani e malati.
La modalità scelta dal Papa ci ha fatto pensare ad un episodio della vita di S. Francesco d’Assisi.
Il Santo, recatosi a Roma per chiedere a Papa Onorio l’indulgenza della Porziuncola, dopo averla ricevuta si avviò all’uscita senza chiedere un documento scritto. Il Papa lo apostrofò: “semplicione”, e gli fece avere il decreto. Ma S. Francesco spiegò: “Mi è sufficiente la vostra parola. Se è opera di Dio, sarà Lui a manifestarla. Mi basta che la carta sia Maria, Cristo il notaio e gli angeli i testimoni”. Quante volte la nostra “carta diventa straccia”, perché le nostre parole, scritte o on line, non vengono realizzate!
Papa Francesco, nel suo discorso ai giovani ha ribadito che il tema del “Sinodo sui giovani” era il “discernimento vocazionale”.
E i tre momenti strutturali di ogni vocazione sono: l’ascolto, il discernimento, la decisione.
Maria ne è l’icona, la “carta” per tutti, che si scrive nelle “case”, cioè nelle famiglie, che, nate dal matrimonio di un uomo e di una donna, sono culla e scuola di vita, per la società intera.
Pastorale familiare e pastorale giovanile “non possono essere due settori paralleli, ma devono camminare strettamente uniti”.