Quando si opera per poter progredire, di tanto in tanto si sosta per “verificare” il cammino fatto e quello da fare. E così poter migliorare con pazienza, rinnovato coraggio e speranza.
Una preghiera, dunque, e un augurio fraterno per il Consiglio che si incontra.
Camminiamo insieme, preti e comunità, per ricercare i criteri evangelici del nostro “rinnovamento nella continuità”.
Continuità per noi significa guardare avanti per progredire in Cristo pur nelle difficoltà del tempo presente, con lo sguardo al passato, e cioè al cammino delle prime comunità cristiane, avviato dagli apostoli e dai discepoli di Gesù, dentro alle criticità del mondo di allora, giudaico e pagano.
La fede era fresca e fervida “nell’insegnamento degli Apostoli” e nella comunione tra loro; la preghiera, ardente e fiduciosa centrata “nello spezzare il pane” (Euca-ristia); la carità generosa, “un cuore solo e un’anima sola”; perciò tutto in comune, a servizio dei poveri “secondo il loro bisogno”.
Così “godevano il favore di tutto il popolo e il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”. Così gli Atti degli Apostoli diventano esemplari per la pastorale di oggi, e per le nostre verifiche.
Anche allora c’erano trepidazione, paura e persecuzioni: S. Pietro li esortava: “Non spaventatevi … non turbatevi, ma adorate Cristo nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi … con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza” (1 Pt 3, 13-16).