OGNI ANNO E’ DEL SIGNORE
È molto suggestivo il rito che si compie ogni notte di Pasqua quando viene dedicato il nuovo cero pasquale: il sacerdote traccia su di esso un segno di croce, le lettere alfa e omega e il numero dell’anno corrente. In ogni chiesa svetta una grande candela che ricorda che anche sul 2020 che ci lasciamo alle spalle sono posate saldamente le mani del Nostro Redentore.
I fuochi d’artificio della notte di capodanno salutano il nuovo anno auspicando luce e pace ma sarebbe bene che ogni persona si domandasse: chi può darmi la luce e la pace di cui abbiamo bisogno? Dei riti propiziatori più o meno scaramantici?
E, più ancora, in cosa consistono la luce e la pace che desidero?
Se Dio ci desse in mano la bacchetta magica per il nuovo anno, sicuramente di primo acchito la useremmo per cancellare la pandemia.
E poi?
Saremmo capaci di usare saggiamente il tempo, la salute, il denaro che le migliori circostanze ci donerebbero? Ho qualche dubbio.
Se non siamo felici e realizzati in queste concrete circostanze avverse – mi dispiace di essere severo – non saremo felici e realizzati in circostanze più semplici. Anche in queste vacanze di Natale meno frenetiche la gente non si è affollata in chiesa: complice una certa paura del contagio, sicuramente ma anche, ne sono sempre più convito dalle conversazioni che intrattengo, dall’incapacità di cogliere come questo Dio che viene possa rendere la nostra vita migliore.
Siamo convinti che poter viaggiare, comprare, mangiare e bere e stare insieme sia pienezza della nostra vita.
Per cui cerchiamo di arrangiarci a procurarci questi stessi beni anche in lockdown.
Salvo poi trovarci col sedere per terra quando le circostanze si inaspriscono e noi o qualcuno dei nostri cari viene toccato nella carne.
Dio è l’unica salvezza che conosco. Gli altri sono palliativi. Lui ha già in mano il 2020 e avrà in mano pure il 2021. Dedichiamogli la nostra vita e andrà tutto bene. Felice anno nuovo.
Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1589, www.parrocchiasseggiano.it