
IL 1 NOVEMBRE CI INTERPELLA
La solennità di tutti i Santi non vuole essere soltanto la preoccupazione di non trascurare nessuno tra coloro che non sono esplicitamente annoverati nel calendario. È una festa che ricapitola il senso della nostra fede cristiana. Tutto ciò che viviamo nella Chiesa tende a quello che Gesù ha indicato nell’ultima cena: “che conoscano te, Padre… e l’amore che tu mi hai dato sia in loro… affinché il mondo creda”.
Questa è la santità, al di là di ogni banale stereotipo: vite luminose che rischiarano il mondo di ieri e di oggi donando pace e speranza. Più passa il tempo più l’esperienza ci conferma che la santità diffusa nel mondo è grande, grande come Dio: molto più grande dei problemi e delle tragedie che ci vengono sbattuti davanti dai mezzi di comunicazione.
Sappiamo che molte persone, specie anziane, accompagnano i pasti guardando il telegiornale: a nostro modesto avviso, è sufficiente guardarne uno al giorno… Il resto rischia di minare la nostra speranza nel bene, perché il male fa notizia, fa rumore e viene ampiamente sbandierato anche allo scopo di vendere. Per trovare la forza del bene, della santità, bisogna mettersi in ascolto e provare a guardare il mondo con gli occhi di Dio. Approfittiamo di questo primo giorno di novembre che cade di domenica. Raccomandiamo il nostro paese ai suoi santi patroni, Francesco e Caterina, la nostra Europa a Benedetto, Cirillo e Metodio, Teresa Benedetta e Brigida ma ugualmente preghiamo perché si esprima con forza anche la santità dei vivi: dei nostri politici e amministratori; dei medici , degli infermieri, degli operatori sanitari e di tutti coloro che sono impegnati nel gestire questa emergenza.
Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1581, www.parrocchiasseggiano.it