Riflessi e riflessioni allo specchio

“Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola”. È il versetto 25 del lunghissimo salmo 118.
Uno degli esercizi ripetuti più spesso sia in comunità capi scout, sia tra i ragazzini del catechismo, almeno quelli più grandi, è chiamato Up and Down: dico una cosa che mi ha rallegrato e una che mi ha rattristato nell’ultimo periodo.
Spesso non viene facile: bisogna pensarci su: “Io sono prostrato nella polvere“. Tra le cose che buttano a terra, per un cristiano, ci sono specialmente gli sbagli personali: quando uno in coscienza capisce che avrebbe dovuto agire in modo diverso. C’è un disagio che “pizzica” l’anima. Si può tacitarlo, e far finta di niente. O anche minimizzarlo. O si può confessarlo, magari esagerandone la gravità. Basta almeno desiderare prenderne le distanze: un proposito autentico. E così riprendere con rinnovato slancio il cammino di vita cristiana.
Come? “Dammi vita secondo la tua parola“. Si parte da uno sguardo sincero su ciò che siamo e stiamo diventando. Misurandoci con la parola di Dio. È il nostro specchio. Non temiamo di guardarci dentro. In modo da fare verità su noi stessi. Riflettendoci con calma.
Ancora una volta l’invito è a vivere con semplicità e frequenza il sacramento del perdono. Il vangelo di questa domenica ci ricorda due comandamenti profondamente legati tra loro: amare Dio e amare il prossimo. Li precede entrambi l’amore di Dio per noi. Che ha una sua via “normale” nel perdono sacramentale. Lo hanno sperimentato una settimana fa i bambini prossimi alla prima comunione, e lo sperimenteranno a breve quelli avviati alla prima confessione. Perché non approfittarne?

Come la maggior parte dei siti web, il nostro sito utilizza piccoli files di testo chiamati cookie salvati sul tuo dispositivo. Utilizziamo solo cookie tecnici sono necessari per il corretto funzionamento del sito e cookie statistici di terze parti che raccolgono dati statistici anonimi sull’utilizzo del sito.