
PAURA DI GIOCARSI FINO IN FONDO
Al tempo di Gesù la cultura religiosa pensava di poter tenere a bada Dio e assicurarsene la benevolenza attraverso pratiche di purità rituale: azioni tramandate dal passato di varia natura e di diversa complessità per poter essere sicuri di essere “dalla parte di Dio”. Essere puri attraverso il cibo era uno degli ambiti di più immediata applicazione.
Oggi non crediamo più che il Signore ci possa dare o togliere la sua benevolenza in base a ciò che mangiamo. Le generazioni passate ci hanno trasmesso anche un rispetto sacrale per ogni cibo in quanto necessario al sostentamento: “è peccato sprecarlo”, si dice.
Possiamo dire che questa pagina del Vangelo sulla purità rituale abbia ormai esaurito il suo scopo? Forse riguardo al cibo, ma sicuramente ci sono altre pratiche rituali con cui si crede di potersi assicurare la bene volenza di Dio. Chissà che volto di Dio hanno in mente i criminali che si circondano di croci e immagini religiose? O che partecipano con apparente devozione a celebrazioni pubbliche?
Al Dio di Gesù Cristo, che è lo stesso Dio del popolo di Israele, importa il Cuore: il luogo dell’animo umano in cui abita la libertà, la coscienza, la capacità di affrontare le scelte, di decidersi per il bene. Siccome il cuore è la parte più intima e preziosa di noi stessi abbiamo un certo timore di giocarcela fino in fondo, specialmente nell’età adulta, in cui diventiamo facile preda del calcolo e dalla prudenza stagnante.
Ecco perché, anche oggi, si possono usare nella vita delle contromisure, come quei falsi bersagli che vengono sganciati dai veicoli militari per non essere colpiti dai missili. Peccato in greco suona come “bersaglio sbagliato”, non solo quando con le nostre azioni andiamo in cerca di ciò che non può renderci felici ma anche quando, anziché offrire a Dio il nostro cuore, la verità di noi stessi, ciò che davvero ci interessa e ci rende ciò che siamo, diamo alcune pratiche di pietà che ci fanno sentire religiosi, alcuni momenti di non belligeranza che ci fanno sentire misericordiosi, qualche spicciolo di elemosina che ci fa sentire generosi. Anche il giorno di oggi ha i suoi modi per essere farisei: lasciamo che la Parola di Dio arrivi a toccare il nostro cuore e ci aiuti a metterlo a disposizione del disegno di bene che Dio ha per noi.
Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1617, www.parrocchiasseggiano.it