Incontri che cambiano la vita

LA PAROLA DI DIO CHIAMA

Ripeto spesso che uno dei rischi che corriamo noi cattolici occidentali è l’approccio intellettuale alla fede.
Da questo punto di vista lo studio e l’approfondimento delle Sacre Scritture può essere travisato: o si riduce la Bibbia ad un libro di istruzioni per la vita (quello che leggo faccio) oppure lo si fa a pezzetti come se fosse solo un testo letterario antico da analizzare.

La Parola di Dio non è un libro: prima di tutto è il Figlio, la seconda persona della Santissima Trinità, che si è incarnato, è morto ed è risorto. La Bibbia, i Santi Vangeli, sono un dono prezioso per la Chiesa che li ha composti nel corso della sua storia, mossa dallo Spirito Santo. Lo scopo dello Spirito Santo è rendere presente Gesù, e attraverso di lui unirci a Dio Padre. Questa è la chiamata che ancora oggi Dio rivolge al suo popolo e la rivolge a ciascuno di noi.

La chiamata dei primi discepoli nel Vangelo di Marco avviene in maniera semplice: la proposta di seguire Gesù per diventare pescatori di uomini non sarà sembrata immediatamente chiara ai primi quattro discepoli, tuttavia essa è affettivamente significativa. Tocca il cuore e conduce ad una prima, semplice scelta, seguire Gesù. All’inizio del Vangelo non è ancora chiara la scelta di lasciare tutto, anche nel primo periodo in cui i discepoli hanno seguito Gesù, predicatore e guaritore itinerante, si sarà trattato ai loro occhi di una situazione temporanea. Col passare del tempo si esplicita la radicalità materiale ed affettiva della discepolato, ma all’inizio aprirsi alla Parola di Dio significa essere disposti a stare un po’ insieme in paese, durante il riposo del sabato.

A quelli a cui questa prospettiva sembra banale, troppo poco teologica, rivolgo un invito: provate a proporre ad un ventenne oggi, di trascorrere una domenica con voi: si riceve una risposta subdolamente tragica “non so se posso”. Né sì, né no; come a dire: “Non sono sicuro che se scelgo di stare con te poi non mi precluda tante altre possibilità che la vita sociale odierna mi propone”. Se si ottiene un sì è una grande gioia. Vuol dire che si è riusciti a toccare gli stessi misteriosi interruttori del cuore che anche la Parola di Dio vuole raggiungere. Quando si accende nel cuore il “mi interessa”, “ne vale pena”, “tu per me sei importante”, “mi lascio voler bene”, si è arrivati al nocciolo della questione.

La difficoltà che il Vangelo di Cristo incontra nel tempo odierno sta nella povertà di non riuscire più a dire, nemmeno gli uni agli altri, nemmeno a noi stessi le semplici frasi scritte prima. Dio vuole venire a sanare, con la sua Parola, la nostra umanità sclerotica: incapace di buttarsi e di rischiare perché spesso non riesce a più a riconoscere ciò per cui vale veramente la pena decidersi. Apriamoci all’ascolto, all’incontro, alla vocazione che Dio ci vuole donare oggi.

Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1593, www.parrocchiasseggiano.it

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