Purificare il tempio e purificare i cuori

A CHE COSA SERVE LA CHIESA?

A Gerusalemme, dell’antico Tempio, rimane l’immensa spianata dove oggi sorgono due moschee. Questo spazio, grande come quattro campi da calcio, era diviso in più cortili, via via più vicini al tempio. Se qualcuno è disturbato dal chiasso commerciale presente in alcuni luoghi di pellegrinaggio, sarebbe inorridito davanti alla confusione totale del Tempio. Le attività di mercato erano funzionali al culto dei sacrifici (un enorme mercato di bestiame) e delle offerte in natura e in danaro. Sicuramente non era un luogo di raccoglimento: le preghiere erano cantante, danzante, gridate, e il tutto si mescolava ai versi degli animali e alle loro grida quando venivano uccisi.
Ma Gesù perché si arrabbia? Evitiamo di proiettare le nostre idee di silenziosa meditazione sulla preghiera antica, come se Gesù fosse disturbato nella sua preghiera … se uno voleva tale forma di preghiera poteva serenamente andare in campagna, lo stesso Gesù si comportava così. Anche noi, forse, anziché irritarci per qualche bambino rumoroso a Messa, possiamo avere pazienza e dedicare al silenzio e alla meditazione tutte le altre ore della settimana in cui la chiesa è aperta, vuota e silenziosa.
Torniamo a Gesù che si agita: perché? Il mondo ebraico al tempo di Gesù vedeva una netta separazione tra il Popolo di Dio e le Genti, cioè tutti in non ebrei. I secoli precedenti alla venuta di Gesù avevano visto maturare una sensibilità profetica che vedeva Israele come una luce che irradiava la fede nell’unico vero Dio verso tutti i popoli. Ogni persona era invitata ad accogliere l’alleanza del Signore, diventando membro del popolo di Dio. Una parte del Tempio, il Cortile delle Genti era appunto dedicato alla preghiera di coloro che volevano incontrare il vero Dio pur senza essere ancora del popolo d’Israele.. La mentalità praticona e faccendiera di coloro che vedevano il culto ad uso e consumo del popolo ebraico, aveva occupato proprio quello spazio, senza preoccuparsi di coloro ai quali sarebbe stato dedicato.

Ricostruzione archeologica del tempio di Gerusalemme ai tempi di Gesù. Il tempio fu poi distrutto dai Romani nel 70 d.C.

A me piace immaginare che Gesù frema di sdegno per questa storpiatura del senso dell’Alleanza di Dio. “È troppo poco che tu sia mio servo per ricondurre le tribù di Israele” dice il profeta Isaia riguardo al Servo del Signore “io ti renderò luce delle Genti [straniere]”. Il popolo di Israele, con i suoi capi sacerdoti, invece, si è accontentato di questo “troppo poco”, sebbene fonte di grande prestigio, ricchezza e sicurezza.
Io immagino Gesù che si diverte a seminare lo scompiglio: un frustino di corde, con cui colpisce un bue, che parte davanti a sé investendo il banco dei cambiavalute e tutta la gente che si azzuffa per raccogliere le monete sparse per terra creando il caos. Se oggi Gesù entrasse in chiesa credo che il suo sguardo si poserebbe su cose e persone giudicando se e come esse stiano facendo il loro compito: invitare, annunciare ed accompagnare l’incontro con Dio. Taluni banalmente condannano i mercatini di articoli religiosi dei santuari come i moderni mercanti del tempio. Secondo me qualche santino e qualche rosario non fa male: fanno molto peggio cristiani chiusi in se stessi, incapaci di cogliere ogni persona che incontrano come l’opportunità di portare il Signore a chi ne ha bisogno.
Questo è il compito della chiesa, e il Signore ci chiama ad esaminarci e purificarci non tanto sulle questioni di parolacce e cattivi pensieri, per sentirci a posto, bensì se la nostra vita è riflesso dell’amore che abbiamo ricevuto da Dio. Siamo consapevoli che esso che è chiamato a riversarsi su ogni sua creatura per mezzo nostro? Mettiamolo nell’esame di coscienza di questa Quaresima.

Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1599, www.parrocchiasseggiano.it

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