Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI

Anche quest’anno siamo chiamati a raccoglierci in preghiera per chiedere al Signore il dono dell’unità nella Chiesa, dal 19 al 25 gennaio.
Potrebbe sembrare un evento lontano dalla nostra sensibilità essendo noi, almeno nel nostro territorio, in gran parte cattolici ma l’immigrazione dall’Europa dell’est e dall’Africa soprattutto ci mettono a contatto sempre più spesso con persone cristiane come noi ma, così dice “di altre confessioni”. Confessione in questo caso non vuol dire il Sacramento della Penitenza ma il modo di esprimere (confessare) la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa.
C’è abbastanza confusione tra noi: mi capita di incontrare gruppi di ragazzini in cui conosco per nome solo alcuni così chiedo anche agli altri come si chiamano, in amicizia. Capita spesso che qualcuno dei nostri ragazzi intervenga, a specificare “don non la conosci perché è di un’altra religione, è ortodossa”. Al ché io rispondo “ma tu non sei cristiano come lei?” Così inizio a spiegare che la fede in Cristo è qualcosa che accomuna fedeli provenienti da tante Chiese, alcune delle quali non sono in piena Comunione tra loro.
Questa domanda dobbiamo rivolgercela anche noi grandi: “Chi è il tuo Dio?” Non accontentiamoci di risposte preconfezionate: si tratta di una sensibilità che è chiamata a crescere tra tutti i cristiani, persone che hanno creduto che Gesù Cristo, morto è risorto è veramente il Figlio di Dio Salvatore e professano questa loro certezza attraverso il Sacramento del Battesimo.
Don Valentino si ricopre di macchie rosse di allergia quando qualcuno inizia a fare discorsi qualunquisti in cui siamo tutti figli di dio e c’è un solo dio e tutte le religioni sono uguali. Se così fosse potremmo chiudere baracca e burattini. Per piacere, evitate.
Le divisioni tra cristiani purtroppo sono radicate nei secoli, talvolta si mescolano a problemi teologici oppure politici ma di fondo la questione è talmente ingarbugliata che, fintanto che si cerca di avvicinarci gli uni agli altri nelle questioni che ci dividono, la cosa più preziosa da fare è pregare.
Lo scopo non è burocratico: la Chiesa ha bisogno di essere visibilmente unita perché è la condizione che Gesù ha indicato affinché il mondo possa credere in nel suo nome. Per troppo tempo abbiamo pensato che si dovesse diventare cristiani per non contrariare il parroco, i genitori, la società. Adesso che questi timori si stanno rapidamente sgretolando, coloro che si dicono cristiani sono ancora più profondamente interpellati a dare motivo della loro fede. C’è un modo per verificare se siamo Cristiani davvero, e sono cristiani anche i nostri interlocutori. Questa maniera può essere paragonata a due musicisti che non parlano nessuna lingua comune: messi davanti ad uno spartito iniziano a suonare una bella melodia che si armonizza con quella dell’altro. Sono felici di suonare insieme. E’ una esperienza altrettanto sorprendente quella di riconoscere la fede in Cristo in uno sconosciuto accanto a noi: si può addirittura non capire quello che l’altro dice, ma si capisce come suona la sua vita e questo suono corrisponde a quello che si sta vivendo.
Spero si capisca che questo incontro di vite, generato dalla fede in Cristo è quanto di più lontano da qualunquismo di cui parlavo poco sopra e che spesso lascia trapelare che la fede è indifferente per la vita.
Chiediamo al Signore il dono dell’unità: tra le Chiese, nella nostra Chiesa, nella nostra parrocchia.

Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1592, www.parrocchiasseggiano.it

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