
Ripartire è il verbo che accomuna tutti i gruppi parrocchiali in questi primi giorni di autunno. In realtà non ci siamo mai fermati: campi scuola medie, campo scout, uscita universitari, Caritas e distribuzione viveri, gruppo anziani… hanno costellato le agende dei giorni più torridi dell’anno. Inizia un nuovo “anno pastorale” in un contesto non proprio semplice: guerra, crisi energetica (con bollette che schizzano a importi mai visti), insicurezza, sono nubi che oscurano l’orizzonte. I cristiani non sono del mondo ma vivono e amano il mondo e tutto questo non può lasciarci indifferenti. Abbiamo vissuto pochi giorni fa la seconda assemblea vicariale dove non sono mancati tanti spunti, piste di lavoro e sottolineature importanti per la vita delle nostre comunità.
La parola di Gesù, donataci in questa domenica di “ripartenza”, credo possa aiutarci a vivere bene e con verità tutto questo. La richiesta dei discepoli “accresci in noi la fede” penso sia il primo passo più giusto di questo nuovo cammino. È un desiderio grande che affolla il cuore di ogni battezzato: “aumenta Signore il nostro amore per te!”. È questo che ci spinge a metterci a servizio gli uni degli altri: l’amore per il Signore.
Il nuovo anno pastorale non a caso comincia con la celebrazione del “mandato”. È il senso più vero del servizio che non può fermarsi alla buona volontà o all’estro personale di qualcuno, così come non può essere compito esclusivo di qualcuno o peggio proprietà privata di una persona o di un gruppo. Il “mandato” nasce dal cenacolo, dalla lavanda dei Piedi, dall’Eucarestia: mai scordarlo! Ringraziamo le tante persone che hanno accolto questa chiamata del servizio, siamone grati come comunità, non diamo nulla per scontato!
Sentiamoci tutti, anche chi non riceverà il mandato, parte di questa comunità, (riprendendo l’immagine di san Paolo nella sua seconda lettera ai Corinti) come membra viva del corpo, ognuno secondo il suo compito, la sua capacità, uniti nella gioia e nella fatica di annunciare e condividere quanto di più prezioso ci è stato affidato: il Vangelo.
Invochiamo il dono dello Spirito Santo perché ci dia forza nella prova, luce nelle tenebre, calore nei giorni più freddi, fecondità nei terreni più sterili. Lo invochiamo sulle nostre famiglie, sui nostri bambini e i nostri giovani, sui nostri malati e anziani, sui catechisti e animatori e su quanto, spesso nel nascondimento, si spendono per la nostra comunità.
Con la libertà e la serenità di saperci “servi inutili”, perché unico guadagno sia l’amore di Dio, perché sull’esempio di Maria – serva del Signore – impariamo l’umiltà e la piccolezza del granello di senape: piccolo e insignificante agli occhi del mondo, grandi e fecondi agli occhi di Dio.
Don Massimiliano