La solennità dell’Ascensione che celebriamo in questa domenica porta con sé il grande mandato del Risorto ad andare in tutto il mondo a portare la “buona notizia” del Vangelo e a donare la Grazia consolante dello Spirito che agisce nei sacramenti, segni efficaci dell’amore di Dio.
Quanto è attuale questa urgenza! Essere discepoli, testimoni di Gesù, non è mai stato semplice; espone al rischio del rifiuto, della persecuzione; ma quanto è consolante vedere i segni della presenza di Dio che non ci lascia soli.
Contemplazione e missione sono le ali del discepolo; entrambi sono necessarie. Non basta “stare a guardare il cielo”, occorre camminare per le vie del tempo e della storia, “sporcarsi” i piedi sulla terra fragile dei cuori feriti dell’umanità a causa del peccato, della povertà, della violenza. Prendere a cuore il dono che siamo, prenderci cura del prossimo e del creato. Contemplazione e missione: pellegrini, non vagabondi. Sostare in Colui che ci da forza, speranza, è condizione di efficacia di ogni missione.
L’Ascensione di Gesù ci invita a prendere sul serio questo mandato, a non rimanere nell’indifferenza, a non privatizzare il nostro rapporto con Dio. Ci sprona a metterci in moto, in cammino come testimoni; ad evangelizzare gli ambienti di vita, i cuori degli uomini; a testimoniare concretamente con i fatti l’amore di Dio.
Viviamo bene questi giorni. Prepariamoci a celebrare con fervore la solennità di Pentecoste. Saremo aiutati da Maria, la donna della fede e della fiducia, la sede di ogni sapienza, la dimora dello Spirito Santo. Ci affidiamo a Lei, nostra patrona, vera discepola del Signore, certi che, come gli Apostoli nel Cenacolo, se stiamo con Lei, Dio è con noi. Invochiamo il dono dello Spirito santo sulla nostra comunità, sulla Chiesa, sul mondo intero. Il fuoco potente del suo amore porti pace, verità e giustizia, riscaldi ciò che è gelido, sani ciò che è ferito, illumini ciò che giace nelle tenebre, ridoni speranza. “Siamo fatti per il cielo” così diceva Alberto Marvelli, giovane beato del XX secolo, tanto caro agli abitanti della Romagna così martoriata dalle alluvioni di questi giorni. Preghiamo per loro, per i soccorritori, non facciamo mancare il nostro sostegno e aiuto.
Don Massimiliano