Il giro in giostra e le stelle: “Appunti di fine estate” di don Valentino

Il giro in giostra

Molti di voi in questi anni mi avranno sentito paragonare la pastorale giovanile dei gruppi parrocchiali a un giro in giostra. Ogni anno all’inizio dell’estate, come la rampa in salita, richiede energie, specialmente a coloro che condividono con le me la responsabilità dei giovani. Dapprima si è preparato e realizzato il Grest assieme agli animatori; quest’anno con alcuni abbiamo anche cercato di dare una mano per imbastire il Grest di Asseggiano. È stato un movimento tra le tre parrocchie della collaborazione le parrocchie di più di cinquecento persone tra ragazzi e animatori. Nel frattempo, dietro a questo gioioso brulicare, i capi scout e le equipe di educatori dei ragazzi e dei giovani lavoravano per mettere in piedi i campi estivi.

Il racconto dei Campi

Per me è stata come la corsa del brucomela, veloce e movimentata. I primi sono stati i campi a San Vito di Cadore nella casa del seminario: 75 tra ragazzi, animatori e cuochi per il primo dei campi della Collaborazione Pastorale (elementari e medie); poi la vacanza delle famiglie circa 65 persone tra nonni, genitori e figli; poi il campo del post Cresima, un'altra settantina di persone. Sono stati giorni molto belli di vita comune, gioco, catechesi, preghiera e splendide gite.

Siamo tornati a casa il 21 Luglio, giusto in tempo per permettermi di inserirmi negli ultimi preparativi in vista dei campi scout. Il 28 la partenza per St. Martin, in Carinzia presso la base scout internazionale Techuana dove centinaia di scout da Italia, Austria e Germania hanno condiviso i giorni di campo. I 26 esploratori del reparto Stella Polare hanno montato le tende sui prati mentre i 25 lupetti del Branco di Seonee hanno trovato accoglienza in una casa spartana lì accanto. Ero l’unico prete presente per i quasi 200 ragazzi dei vari campi: sono rimasto fino a sabato 4 agosto; ho celebrato la Messa per tutti alla sera e la domenica mattina sono partito presto, ho raggiunto il campo mobile del Clan “Gore” che da due giorni stava percorrendo l’anello attorno alle Dolomiti di Brenta portando con sé il peso di viveri e tende. Li ho accompagnati quasi fino alla fine, sono rientrato un giorno prima per potermi preparare all’ultima delle esperienze estive: il pellegrinaggio a Roma assieme a dieci dei ragazzi più grandi (ultimi anni delle superiori), in occasione dell’incontro dei giovani italiani con Papa Francesco.

Cosa rimane

Si può fare un bilancio? Sicuramente sono state esperienze di gioia, di fraternità, di fede e tutto ciò è un prezioso dono di Dio di cui rendere grazie ma è anche doveroso riflettere sul senso che queste esperienze hanno nella vita della comunità affinché non sia soltanto un giro in giostra. Durante la serata conclusiva del Grest di Asseggiano un animatore che presentava le esibizioni dei ragazzi, nell’attesa dello stacco tra un numero e l’altro, ha posto a bruciapelo ad un ignaro papà del pubblico questa domanda: “nel corso del Grest ha visto un cambiamento in suo figlio?” come a dire “la fatica che stiamo facendo, produce degli effetti in questi ragazzini?” Il papà era un po’ in imbarazzo nella risposta: come tutti, non è una domanda alla quale si può rispondere su due piedi, ma l’intenzione del presentatore era sincera. Spesso ci accontentiamo di commentare le cose che viviamo con sana gratitudine dicendo che è “è stata una bella esperienza” ma credo non basti: rischia di rimanere un giro in giostra, una giostra sempre più vecchia, quella della pastorale giovanile del prete che si porta in giro ragazzi; ragazzi che sempre più spesso si professano non credenti, pur condividendo le iniziative della parrocchia; una giostra ai cui le famiglie sono legate da tanti bei ricordi con sincero affetto, riconoscenza e anche un po’ di nostalgia. In molte parrocchie però, come in un parco giochi fuori moda, la giostra si è spenta, spesso a causa dell’assenza di un prete giovane.

La parola del Papa

Quando si tratta di tracciare strade nuove il lavoro si presenta spesso pieno di bivi: dubbi e incertezze su cosa sia davvero importante, su cosa valga davvero la pena di investire le nostre limitate risorse. È stato per me molto consolante ricevere una conferma dal Papa in persona: non l’ho incontrato faccia a faccia, ero un puntino vestito di rosso nella spianata del Circo Massimo assieme ai pellegrini veneziani e ad altri 70.000 giovani Italiani, tuttavia mentre parlava sentivo una profonda affinità con quanto pazientemente condiviso e progettato per il campo di Reparto scout vissuto due settimane prima. Preparando il campo, tra capi siamo resi conto che i ragazzi, nonostante i nostri sforzi, respingevano come scontate, già sentite e quindi insignificanti le nostre proposte di catechesi e ci siamo detti che una strada poteva essere quella di farli riflettere su ciò che veramente desiderano. Molto spesso non si rifiuta Gesù Cristo perché non corrisponde ai nostri desideri di felicità bensì perché siamo estranei a noi stessi e non sappiamo nemmeno noi, bene, cosa possa renderci felici e ci adeguiamo a cliché e mode commerciali nei quali difficilmente Gesù può trovare posto. Così abbiamo provato, ogni sera prima di addormentarci, a concludere le nostre giornate tutti distesi in cerchio sul prato sotto le stelle, le teste rivolte verso il centro così da poterci ascoltare. Abbiamo iniziato a porre ai ragazzi questa domanda: “Ma tu, davanti alle stelle, che desiderio esprimi? Cosa vuoi veramente?”. Sulle prime i ragazzi hanno risposto con un silenzio di riflessione e di imbarazzo, poi i primi timidi tentativi hanno preso una piega dal significato eloquente: “ma un desiderio solo, grande? Non posso fare cambio con un po’ di desideri piccoli?”… desideri piccoli, anche sani, ma che descrivevano un’immagine di felicità materialista e borghese condita da affetti rassicuranti, la stessa del mondo degli adulti in cui vivono.

Abbiamo insistito nel corso delle sere nel annunciare loro che il nostro cuore non è fatto per accontentarsi di questo e loro ci hanno ascoltati, forse qualcuno ha anche iniziato a crederci. Vi rinvio alle parole del Papa che trovate sul web per scorgere nel suo amore per i giovani la stessa potente attenzione: non si tratta di tirare su belle statuine devote, si tratta innanzitutto di risvegliare il desiderio di felicità, di cose grandi e belle che abita il cuore di questi giovani, nel quale si trova, come risposta, l’amore misericordioso di Gesù Risorto, capace di riempire e rilanciare, nella vocazione di ciascuno, ogni desiderio di bene.

Desiderio

De siderum,il bisogno delle stelle, uno degli specchi più stupefacenti in cui si riflette la bellezza di Dio, tanto da poterne suscitare la nostalgia. Il Signore ci renda capaci di condurre i nostri giovani alla verità di Dio che abita nell’intimo del loro cuore. Maria Ausiliatrice ci guidi. Che non sia un giro in giostra.

Buon anno a tutti!

Don Valentino

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