L’invito che la liturgia di oggi ci offre è proprio questo: “Esulta e acclama …” Così il profeta Sofonia. E l’apostolo Paolo incalza: “Siate sempre lieti nel Signore …” E precisa: Perché LUI C’E’ … è venuto e verrà, e rimane in mezzo a noi. Noi cristiani celebriamo questo, perché questa è la verità del Natale. Nascita di chi…? Babbo Natale, l’albero, le luci, i pranzi, i regali …? Non possiamo dimenticarlo, né darlo per scontato. Natale è la nascita di Gesù, il Figlio di Dio, che prende carne in Maria, la madre, nell’umiltà e nella povertà di Betlemme … E’ la vita che nasce, perché ciascuno di noi possa nascere a vita nuova, la vita dei figli di Dio. E’ il fondamento, l’inizio della nostra fede, non fantasia.
Ma, allora? I regali, i pranzi, le luci, gli alberi, Babbo Natale …? Ci possono aiutare tanto quanto ci possono servire per andare veramente al cuore delle feste celebrate e vissute nel Signore, nella verità della nostra vita.
Il rischio è proprio quello che noi cristiani “pro-faniamo” la nostra festa; le togliamo la sua valenza religiosa, la sua verità di fede, la sua gioia vera.
Non riduciamo il Natale ad un “bene di consumo” che si esaurisce nel suo farsi, nel suo poco che passa, o nel niente. E resta il vuoto, non la gioia intima che la “venuta” di Dio vuol portare alla nostra vita, che trova in Lui il suo orientamento, con la speranza e la pace.
E allora ci chiediamo anche noi, come nel Vangelo di oggi: “che cosa dobbiamo fare?” Papa Francesco, proprio per recuperare il messaggio che promana dalla nascita di Cristo ci invita ad alla “purificazione”, per evitare di “abituarci alla fede, perdendone la vivacità”.
“Purificazione della memoria” per ricordarci che non è nato l’albero, ma è nato Cristo Signore. “Purificazione della speranza” per ricordarci che l’esistenza è un cammino verso l’incontro con Lui che verrà a domandarci: “Come hai speso la tua vita?”
“Purificazione della vigilanza” per riprendere custodia della propria casa interiore.