A Natale come cristiani ci siamo trovati tutti uniti davanti alla culla di Gesù, il Bambino incarnato per noi. Ma poi nella vita ci troviamo spesso in contrasto per invidia, orgoglio, rancori, odio, per motivi terreni, sempre opinabili e superabili, ma anche separati per motivi di religione o di fede. E’ sempre doloroso constatare questo, che è in contrasto con la preghiera di Gesù: “che tutti siano una cosa sola” (Gv 17, 21).
Questa unità, tanto voluta e pregata da Gesù, è stata lacerata da tante traversie della storia, in questi 2000 anni c. Satana ha sempre seminato zizzania nel campo di Dio, e continua a farlo.
Per questo Gesù ci invita a pregare con Lui e a “fare la verità nella carità” del dialogo, della riconciliazione e della pace.
Ed ecco la SETTIMANA DELLA PREGHIERA che viene a spronarci per insistere sulla volontà di Cristo: per superare lo scandalo delle nostre divisioni e soprattutto la nostra indifferenza, che ci può rendere indolenti e irresponsabili davanti alla grandezza dell’amore di Dio Padre che ci fa tutti figli e fratelli.
Quest’anno la riflessione ecumenica ci viene presentata da un gruppo di comunità cristiane dell’Indonesia che hanno elaborato insieme un testo intorno al cap. 16 del Deuteronomio. Ci sprona a reagire insieme alla ingiustizia e alla crescente disuguaglianza tra gli uomini. “Come cristiani siamo chiamati a rendere una testimonianza comune in favore della giustizia, e ad essere uno strumento della grazia guaritrice di Dio in un mondo lacerato”.