Amerai o userai?

IL COMANDAMENTO PIU’ GRANDE

La nostra cultura ha ormai sdoganato le espressioni di affetto e, pandemia permettendo, baci e abbracci sono vere e sincere espressioni dei propri sentimenti, accompagnate da frasi in cui “ti amo”, “ti voglio bene”, “amore mio” diventano un gergo familiare nei nostri rapporti. Nel mondo dello spettacolo questo linguaggio ormai è pacifico. Di per sé questa è una cosa molto buona ma il pericolo della confusione è dietro l’angolo.
Ai tempi di Gesù si pensava di poter barattare l’amore verso Dio e verso il prossimo con gesti rituali, cultuali, sacrifici, offerte e preghiere, svuotati però della loro sincera intenzione di corrispondere alla relazione di amore con Dio. Assieme a questa ipocrisia, pure l’amore al prossimo tramite l’elemosina e l’attenzione ai poveri e ai familiari era svuotato del suo senso. Quindi la domanda posta a Gesù non era scontata.
Ma non è scontata nemmeno per noi che pur siamo circondati da queste manifestazioni di affetto. Da un lato vedere e sentire parlare di amore in televisione o sui social ci può far sentire a posto, nonostante ci dimentichiamo frequentemente di dire a chi abbiamo vicino che gli vogliamo bene, che siamo grati, che abbiamo stima.
Dall’altro il pericolo dell’orsacchiotto è sempre dietro l’angolo… ai giovani dico spesso che dovremmo sostituire l’espressione “ti amo”, “ti voglio bene”, con un più sincero “ti orsacchiotto”. Dove “orsacchiottare” significa: “mi prendo da te tutte le soddisfazioni buone e piacevoli che la nostra compagnia può darci”. In parole più crude “ti uso”.
Un uso condito anche da espressioni dolci e affettuose ma sempre uso, anche quando è reciproco e consenziente.
La società in cui siamo immersi ha perso di vista cosa significa amare davvero, gratuitamente, generosamente, senza contraccambio e, come ai tempi di Gesù, si inventa dei riti e delle espressioni farisaiche per tenere a posto la coscienza. Sicuramente piuttosto dell’odio e dell’indifferenza è meglio una cortese ed educata convivenza fatta anche di espressioni gentili, ma non è questo l’amore di cui parla Gesù. E forse i rapporti da orsacchiotto ci impediscono di vedere che, in realtà, non siamo capaci di amare. Chiediamo a Gesù che illumini gli occhi della nostra mente.

Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1580, www.parrocchiasseggiano.it

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