LA VITA CRISTIANA E IL TIRAMISU‘
Nel mese di settembre inizia a serpeggiare la domanda tra le mamme, preoccupate di incastrare gli impegni nelle complicate vite delle famiglie: “Don, quando sarà il catechismo?” Per qualche motivo nella mente delle persone si è impressa l’idea che questo appuntamento sia qualcosa di necessario che, soprattutto e purtroppo, esaurisca i doveri di una famiglia che ha fatto battezzare i suoi figli. È talmente radicata questa idea, che ogni anno ci sforziamo di trovare qualche esempio per provare a cambiarla.
Prendiamo a paragone il Tiramisù: questo goloso dolce di origine veneta (dicono). Non è difficile ma la preparazione è un po’ elaborata: il risultato è squisito. Immaginiamo di avere tutti gli ingredienti sul tavolo e un bel foglio con tutte le istruzioni per realizzarlo. Immaginiamo anche di iniziare a leggere le istruzioni, a comprenderle, a memorizzarle, addirittura a fare schede, disegni e video per descrivere tutte le fasi di lavorazione. Alla fine una carrellata di fotografie del dolce. E basta.
Immaginate ora dei bambini davanti a questa scena. Hanno sentito dire che c’è qualcosa di buonissimo, vedono gli ingredienti, spendono un sacco di tempo sulle istruzioni ma nessuno fa né mangia il Tiramisù.
È imbarazzante, ci fanno quasi pena questi bambini… ecco immaginate lo stesso sentimento di pena che attraversa il cuore di sacerdoti e catechisti quando sembra che l’unico interesse delle famiglie, davanti alla proposta della vita cristiana autentica e piena di gioia (il Tiramisù), sia chiedere a qualcuno che dia delle spiegazioni ai propri figli. Si rischia di perdere il gusto vero, il cibo buono: l’amicizia con Gesù. Per coltivarla servono tutti gli ingredienti: la preghiera personale e in famiglia, l’ascolto della Parola di Dio, i rapporti fraterni nella comunità, ricevere i sacramenti, il servizio gratuito a chi ha bisogno. Tutto questo, chiarito, spiegato e approfondito nella catechesi, affinché le cose siano conosciute bene, senza errori. […]
Non stupisce che ragazzi, che si sono limitati a ricevere spiegazioni riguardo a qualcosa che non hanno mai sperimentato, come a scuola, alla fine del libro, lo chiudano e lo ripongano su uno scaffale, disinteressati. […]
Siete i benvenuti, tutti, però prendete in seria considerazione questo esempio: se la vostra famiglia non è interessata a preparare la ricetta, non vale la pena scervellarsi sulle istruzioni, si rischia solo di confondere i piccoli.
Tratto da “L’eco di Asseggiano” n. 1620, www.parrocchiasseggiano.it