1 GENNAIO: GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA PACE
Come è nello stile di Papa Francesco, il messaggio per la Giornata della Pace per il 2023, presenta concretamente delle linee operative, delle buone prassi che possono tracciare sentieri di pace.
“Anche se gli eventi della nostra esistenza appaiono così tragici e ci sentiamo spinti nel tunnel oscuro e difficile dell’ingiustizia e della sofferenza, siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza, fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino”.
Papa Francesco, nel richiamare il tempo della pandemia Covid-19, pone a ciascuno di noi e all’umanità intera una domanda: che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia? Una situazione che ha “generato un senso di sconfitta e amarezza, indebolendo anche a livello globale gli sforzi spesi per la pace e provocando conflitti sociali, frustrazioni e violenze di vario genere. Sconvolgendo anche le zone più pacifiche del nostro mondo, facendo emergere innumerevoli fragilità”.
“Possiamo dire che la più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo”
Papa Francesco riprende con forza questa prospettiva e la fa propria come modello per costruire una pace possibile in un contesto di pura follia che è la guerra.
Desiderare la pace, farne oggetto di una richiesta pressante che coinvolge ogni ambiente ed ogni persona è un impegno prioritario che ci interpella come credenti e come cittadini.
“Quali nuovi cammini dovremo intraprendere per abbandonare le catene delle nostre vecchie abitudini, per essere meglio preparati, per osare la novità? Quali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo? Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale”:
· dobbiamo rivisitare il tema della garanzia della salute pubblica per tutti;
· prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico;
· combattere il virus delle disuguaglianze e garantire il cibo e un lavoro dignitoso per tutti, sostenendo quanti non hanno neppure un salario minimo e sono in grande difficoltà;
· abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società.
“Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace”.
Stefano Allorini