Siamo sempre stati abituati a sentire la storia Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, i tre Re Magi che incontrarono Gesù appena nato nella mangiatoia e a cui donarono oro, incenso e mirra. Quest’anno vorremmo raccontarvi la storia di Artaban , un loro fratello Magio che, come loro, voleva andare a incontrare il Salvatore.
Nell’antica Persia, viveva un uomo chiamato Artaban. Artaban faceva parte di una remota comunità di astrologi conosciuti come Magi. All’apparire di una Stella più lucente delle altre, Artaban annunciò alla sua comunità che presto avrebbe raggiunto altri Magi, per cercare con loro il Re d’Israele appena nato. Venduti tutti i suoi beni, Artaban comprò tre preziosissimi gioielli per omaggiare il nuovo Re: uno zaffiro, un rubino e una perla.
Durante il viaggio, vide sulla strada un uomo agonizzante, che si lamentava. Che fare? Dare una coppa d’acqua a quell’uomo morente o proseguire, affrettandosi per raggiungere gli altri Magi? Con la sua perizia e la sua sapienza assistette per ore l’infermo, lo curò, fin quando non gli tornarono le forze. Dopo essere ripartito e dopo aver raggiunto il luogo dell’appuntamento, Artaban scoprì che i suoi amici se n’erano andati. Fu così costretto a vendere lo zaffiro per comprare una carovana di cammelli per affrontare il proseguo del viaggio.
Arrivò a Betlemme proprio mentre i crudeli soldati di Erode stavano massacrando i bambini innocenti di quella città. L’uscio di una casa era aperto, e Artaban si fece raccontare da una donna che i suoi amici Magi erano giunti a Betlemme tre giorni prima. Avevano trovato Giuseppe e Maria e il loro bambino, e avevano lasciato i loro doni ai suoi piedi. Quindi erano scomparsi misteriosamente com’erano arrivati.
All’improvviso, all’esterno della casa, rumori, grida, confusione, pianti di donne. E poi un grido disperato: “I soldati di Erode stanno uccidendo i bambini.” Artaban si affacciò all’uscio e vide una banda di soldati che correva per strada, con le spade sguainate e le mani insanguinate. Il capitano raggiunse la porta, ma Artaban lo fermò e gli diede il rubino, chiedendogli di lasciare in vita la mamma e il suo bambino.
Per 33 anni, Artaban continuò a vagare alla ricerca del suo Re, spendendo la sua vita aiutando i poveri e i malati. Alla fine, arrivò a Gerusalemme, nei giorni della Pasqua.
C’era una grande commozione a Gerusalemme. Improvvisamente, una donna, fatta schiava per debiti. mentre veniva trascinata in catene dai soldati, si gettò ai piedi di Artaban. Prendendo l’ultimo dei suoi tesori, la perla, lo diede alla ragazza: “È per la tua libertà, sorella! È l’ultimo dei tesori che avevo tenuto per il mio Re”.
Infine trovò Gesù sulla croce e disperato si gettò a terra, aveva fallito. “Ah, Maestro, ti ho tanto cercato. Dimenticami. Una volta avevo preziosi regali da offrirti. Adesso non ho più nulla.” “Artaban, tu mi hai già dato i tuoi doni.” “Non capisco, mio Signore.” “Quando ero affamato, mi hai dato da mangiare, quando avevo sete, mi hai dato da bere, quando ero nudo, mi hai vestito. Quando era senza un tetto, mi hai preso con te.” “Non è così, mio Salvatore. Non ti ho mai visto affamato, e neanche assetato. Non ti ho mai vestito. Non ti ho mai portato nella mia casa. Per trentatré anni ti ho cercato, ma non ho mai visto il tuo volto e non ti ho mai aiutato, mio Re. Non ti ho mai visto fino ad oggi.” “Quando hai fatto queste cose per l’ultimo, per il più piccolo dei miei fratelli – tu le hai fatte per me.” Un lungo sospiro di sollievo esalò flebilmente dalle labbra di Artaban. Il suo viaggio era finito. I suoi regali era stati accolti. L’altro Re Magio aveva trovato il Re.