La lavandaia, connessa al simbolismo del fiume e dell’acqua, rinvia non solo alla purificazione, ma anche alla rinascita, invitando a proseguire il “cammino” della vita.
E’ un personaggio molto importante nel tempo di avvento perché racchiude tre dimensioni:
il passato (i panni sporchi) : i nostri peccati accumulati durante l’anno;
il futuro (i panni puliti) : la purificazioni per ricominciare una “nuova vita”;
il presente (la pulizia dei panni) : il cammino di avvento per compiere la purificazione.
PASSATO
Nel corso della nostra vita ci sentiamo circondati da imperfezioni dalle quali però, non dobbiamo avere paura, ma dobbiamo imparare a combatterle. La nostra vittoria, infatti, non consiste nel non sentirle, anzi, ogni tanto una ferita serve per fortificare il nostro animo ma piuttosto nel riuscire a trovare il coraggio di affrontarle e combatterle. L’avvento è l’occasione giusta per purificarci, per ripensare ai peccati commessi e capire come avremmo potuto agire per non compierli, per iniziare un nuovo anno al meglio.
Papa Francesco ci dice che «L’Avvento purifica la memoria del passato, cosa è successo quel giorno: è nato il Signore, è nato il Redentore che è venuto a salvarci. Sì, la festa ma noi sempre abbiamo il pericolo, avremo sempre in noi la tentazione di mondanizzare il Natale. E questo avviene quando la festa non è più contemplazione, una bella festa di famiglia con Gesù al centro, e incomincia a essere festa mondana: fare le spese, i regali, e questo e l’altro, e il Signore rimane lì da solo, dimenticato. Tutto ciò avviene anche nella nostra vita: sì, è nato, a Betlemme, ma rischiamo di perderne la memoria. E l’Avvento è il tempo propizio per purificare la memoria di quel tempo passato, di quella dimensione».
FUTURO
“Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il Signore: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza. Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò. Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore.» Geremia 29:11-13.
Dio è entrato sempre nei nostri cuori e così è stato nel passato e sarà nel presente. Ci ha dato futuro e speranza, pensieri di pace e la speranza di un futuro luminoso e glorioso. La speranza dell’incontro con il Signore è in tutti i giorni della nostra vita; lo incontriamo nell’Eucaristia, nella preghiera, nel Vangelo, nei poveri, nella vita comunitaria ed ogni volta che facciamo una di queste cose ci prepariamo nell’incontro definitivo con Lui. Ci sia d’aiuto pensare ad Abramo, il quale si è affidato totalmente a Dio e alle sue promesse. Egli si è affidato al Signore al punto da essere disposto a sacrificare suo figlio e per questo è stato rivestito di onore e di una discendenza paragonabile alle stelle del cielo.
In questo tempo di Avvento, l’incontro col Signore ci sia da monito per il futuro e di fiducia nell’affidarci a Lui e alla Sua Parola.
Papa Francesco ci dice che “L’Avvento, inoltre, serve a “purificare la speranza”, a prepararsi “all’incontro definitivo con il Signore”.Perché quel Signore che è venuto là, tornerà, tornerà! E tornerà a chiederci: “Com’è andata la tua vita?”. Sarà un incontro personale. Noi, l’incontro personale con il Signore, oggi, lo avremo nell’Eucaristia e non possiamo avere un incontro così, personale, con il Natale di 2000 anni fa: abbiamo la memoria di quello. Ma quando Lui tornerà, avremo quell’incontro personale. E’ purificare la speranza.“.
PRESENTE
Vivere la propria vita a pieno contatto con Dio, vuol dire ricordarsi che lui è sempre in mezzo a noi, come un padre che ci guida e allo stesso tempo un amico che ci conforta. Dobbiamo quindi ricordarci quotidianamente che bisogna parlare con lui, essere consapevoli della sua presenza poiché come detto da lui stesso: beati saranno quelli che avranno fede in Lui. Ovviamente siamo tutti consapevoli di quanto spesso per pigrizia possa essere difficile ma Lui non ci abbandona mai. Non diciamo ovviamente che sarà sempre facile, la tentazione di incamminarsi in altre strade e sentieri completamente diversi è grande ma bisogna tenere presente che Dio illumina il percorso migliore per noi che avrà sicuramente delle prove, ma saranno poste per temprarci e per farci cogliere appieno il suo messaggio. Vivere la fede nel nostro presente può essere estremamente soggettivo, il contatto, la forma della nostra fede non deve essere uguale per tutti. È importante capire come raggiungere Dio, come mettersi a confronto con Lui nel modo più confortevole per noi, cercare dei momenti di intimità con il nostro spirito.
Papa Francesco ci dice che “la terza dimensione è più quotidiana: purificare la vigilanza. Vigilanza e preghiera sono due parole per l’Avvento; perché il Signore è venuto nella Storia a Betlemme; verrà, alla fine del mondo e anche alla fine della vita di ognuno di noi. Ma viene ogni giorno, ogni momento, nel nostro cuore, con l’ispirazione dello Spirito Santo.”
La lavandaia è quindi un invito ad andare avanti , a proseguire il viaggio intrapreso, a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà dell’esistenza, perché questa ha un senso, non è un andare senza scopo, ma è un “cammino”, un “viaggio” con una meta sicura, come, ancora una volta, ci assicura il Padre.